20TH AFFF

::: L'INTERVISTA :::

KMX Incontra  BAVA  

 

Se la Germania non fa salti di gioia, l’Italia è messa ancora peggio: l’industria del cinema di genere, forte di una consolidata tradizione negli anni Settanta ed Ottanta durante i quali produceva una considerevole quantità di pellicole, è definitivamente tramontata da un pezzo, ed è toccato solamente all’ormai indifendibile Dario Argento rappresentare per l’occasione i colori italiani con IL CARTAIO, il film che ha suscitato la maggior quantità di risate in sala (praticamente ininterrotte dall’inizio alla fine) e si è inesorabilmente classificato ultimo tra quelli in concorso. Per il resto, si segnalava soltanto la presenza in giuria di Lamberto Bava (il cui DEMONI rappresenta a tutt’oggi l’ultimo horror italiano di grande successo internazionale), ad un cui eventuale ritorno al grande schermo, se si eccettuano i progetti sempre rinviati di Michele Soavi e l’annunciato terzo capitolo dell’argentiana triologia delle Tre Madri, sono legate le ultime speranze di un’improbabile rinascita del genere: ma il regista, nel corso di una breve intervista concessa a KINEMATRIX, non ha lanciato segnali incoraggianti, rimanendo abbastanza sul vago e preferendo piuttosto fare il punto sui soliti problemi.
 

KINEMATRIX: E’ fondata la notizia di un suo ritorno al genere horror, che ultimamente circola con insistenza su svariati siti presenti in rete?
LAMBERTO BAVA: Beh, forse sì. Perché no?
 


KMX: Si tratta di un progetto già definito?
LB: Ce ne ho due, in verità. Diciamo che dovevo tornare al genere già lo scorso anno, però quando prepari un film capita spesso di pensarlo, di scriverlo, e poi invece… Chissà perchè, ma mi è successo che ben due film, preparati uno appresso all’altro, poi non si son fatti. Non è facile, oggi, pensare un film e portarlo a realizzazione, però diciamo che ancora ci spero.



 

KMX: Sono difficoltà che si incontrano particolarmente in Italia?
LB: Sì, in Italia particolarmente.
KMX: Cosa pensa di questa crisi che ha colpito il cinema italiano?
LB: Beh, crisi… In Italia siamo anche un po’ piagnoni…



 

KMX: Il cinema di genere, però, è praticamente scomparso…
LB: In effetti il cinema di genere non esiste quasi più, diciamoci la verità. Però internazionalmente ci sono già tanti segnali di risveglio, ormai da un paio d’anni, e nel caso dell’Italia anche da parte del pubblico, che ha capito la situazione. A non averla capita sono i produttori, che del resto non ci sono quasi più.
KMX: A questo proposito, sa già chi produrrà il suo prossimo film?
LB: Adesso non lo dico per scaramanzia. Siccome lo dissi l’anno scorso, due o tre volte, e poi non se ne fece nulla, ora mi cucio la bocca (ride).



KMX: Ha intenzione, in alternativa, di tornare a fare qualcosa per la televisione?
LB: Sicuramente, però solo le cose che piace fare a me; ormai voglio fare solo più quelle, anche perchè in televisione, per la verità, ho fatto sempre quello che piaceva fare a me. Adesso, invece, è un po’ più difficile anche lì, perché i soldi che ti mettono a disposizione ed il livello dei progetti su cui ti propongono di lavorare sono di solito abbastanza scarsi; non mi metto quindi sicuramente a fare tutto ciò che mi chiedono.
 

 

::: Flavio GIOLITTI ::: 17/04/2004 :::