trieste film festival

23.ma edizione

 

Trieste 19 / 25 gennaio 2012

 

in questa edizione

di Roberta ISERNIA

Che il Trieste Film Festival sia cresciuto negli ultimi anni sino a diventare una manifestazione di spicco non solo nel panorama italiano ma anche internazionale è sotto gli occhi di tutti. Ma solo partecipando di persona a questo rendez-vous, assaporandone l'atmosfera, cogliendone i variegati aspetti è possibile comprendere fino in fondo la portata e il significato di questo appuntamento annuale nel contesto europeo.

Il capoluogo giuliano, da un punto di vista strategico e logistico, è semplicemente perfetto per accogliere un programma di incontri e proiezioni che, storicamente,  dedicano un occhio di riguardo alla parte orientale del vecchio continente. Non a caso, le Accademie di Cinema di mezza Europa hanno inviato i loro ragazzi più brillanti al Trieste Film Festival, che ha così accreditato studenti provenienti da Ljubljana, Belgrado, Sofia, Sarajevo, Bratislava (ma c'era chi arrivava persino dall'India) e inseriti nelle proprie attività accademiche.

Anche semplicemente sfogliando il catalogo della manifestazione, organizzata e promossa dall'Associazione Culturale Alpe Adria, è possibile cogliere da infiniti dettagli e aspetti quanto queste ultime edizioni siano cresciute e maturate. Il programma, sempre più ricco, sembra quasi più sbilanciato verso gli eventi collaterali (unici e irripetibili!) che strettamente sui film in concorso. I contributi, le partnership e i patrocini sono ancora più illustri e numerosi. Gli ospiti d'onore, ormai, per soddisfare un pubblico diventato molto esigente in considerazione della qualità delle edizioni passate, sono rappresentati da nomi di particolare spicco del panorama cinematografico internazionale.

Quindi, nonostante la crisi – non da ultimo economica – che il settore sta attraversando questa ventitreesima edizione del Trieste Film Festival si è presentata ai blocchi di partenza dotata dei migliori numeri per passare agli annali della storia come uno dei capitoli più riusciti nella cronistoria della manifestazione. Unica nota stonata, i pesanti tagli nell'ambito della cultura non hanno permesso quest'anno agli organizzatori di poter contare su una giuria qualificata per le pellicole in concorso. Il problema è stato superato concedendo il diritto di voto a tutti gli astanti, consegnando quindi loro una scheda per votare all'ingresso in sala. Di certo questo ha determinato un classifica finale basata su un giudizio meno “tecnico” che di consueto, ma è altrettanto vero che i vincitori di questa edizione potranno vantare un consenso quanto mai esteso e condiviso fra i fruitori della loro opera.

Le sedi “fisiche” del Trieste Film Festival sono molteplici e dislocate per tutta la città: due sale cinematografiche da più di 300 posti l'una; diversi luoghi d'incontro dedicati alle conferenze equamente suddivisi tra alberghi, caffè storici e teatri; locali alla moda che riservano spazi appositi per gli incontri con gli autori e la presentazione di opere letterarie collegate all'evento. La varietà di scenari permette agli avventori – i quali mediamente hanno prediletto l'accredito all'intera manifestazione per non perdersi neanche un'opportunità – di godersi le bellezze di una città incastonata fra mare e monti nel trasferimento da un appuntamento all'altro.

Oltre al classico concorso dei “Lungometraggi”, che contava in realtà solamente 8 titoli in gara fra loro, il programma dell'edizione appena conclusa annoverava diverse altre sezioni in cui il pubblico poteva spaziare. In particolare sono stati selezionati parecchi “Cortometraggi”, suddivisi in due compilation e proiettati – e replicati – in diversi momenti del festival. Ma altrettanto ricche e varie sono risultate essere anche le sezioni “Documentari” e “Animazione”, con un totale di quasi 30 titoli in carnet. All'interno della manifestazione hanno poi avuto luogo diverse rassegne tematiche, di cui ricorderemo in particolare quella dedicata al regista polacco Grzegorz Kròlikiewicz,  l'omaggio alla Wajda School e la sezione “Zone di Cinema” dedicata espressamente alle opere incentrate sui territori limitrofi al Friuli – Venezia Giulia. Non sono poi mancati gli eventi speciali, come masterclass e workshop, dei quali sono stati protagonisti indiscussi il regista macedone Milcho Manchevski (che oltremodo presentava il suo “Majki” o “Mothers” che dir si voglia), il regista ungherese Istvàn Szabò, il regista sloveno Nejc Gazvoda e il produttore italiano Stefano Tealdi. Non ci si può esimere poi dal menzionare – evento dentro l'evento – l'incontro internazionale avuto luogo fra i vari coproduttori di tutta Europa denominato “When East meets West” e la mini-sezione intitolata “Walls of Sounds”.

In altre parole, è impossibile non trovare all'interno del Trieste Film Festival un evento che non sia sulle proprie corde. Se a questo si aggiunge l'atmosfera prettamente melting pot che aleggia ovunque e permea ogni singolo appuntamento, ci si sarà quanto meno avvicinati a una descrizione, ancorchè approssimativa per difetto, della manifestazione.

L'unico rammarico che ci accompagna, sulle note della chiusura della cerimonia di premiazione finale, è che come spesso accade lo sforzo organizzativo e la consolidata fama che questo evento si è faticosamente costruito negli anni siano più conosciuti e apprezzati all'estero che dai nostri connazionali...

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Trieste 19 / 25 gennaio 2012