trieste film festival

23.ma edizione

 

Trieste 19 / 25 gennaio 2012

 

masterclass con milcho manchevski

"Words to film: the art and craft of directing”

di Roberta ISERNIA

Tra gli eventi di contorno del Festival vero e proprio di sicuro quello che ha riscosso maggiore riscontro di pubblico è stato il masteclass con Milcho Manchevski, regista macedone di acclamata e indubbia fama.
Il cineasta era presente alla manifestazione sin dal primo giorno, essendogli stato conferito l'onore di aprire le danze delle proiezioni con il suo “Mothers”, ma i suoi estimatori hanno avuto il piacere di interagire direttamente con lui solamente al momento del masterclass del quale è stato l'indiscusso protagonista.

 

 

Della sessantina di persone presenti in sala, una buona metà era costituita dai ragazzi delle Accademie di Cinema di tutta Europa, mentre il residuo degli astanti era di estrazione più varia, dagli accreditati della stampa agli appassionati delle sue opere di tutte le età.
Anche se del regista non si intravedeva nemmeno l'ombra, puntuali sulla tabella di marcia del Festival al momento dell'apertura del workshop le luci si sono spente e senza una sorta di spiegazione è partita la proiezione in media res di uno spezzone proprio di Mothers (si trattava in particolare della fine del primo capitolo e l'inizio del secondo). Dopo un quarto d'ora di filmato la pellicola è stata bruscamente interrotta, si sono riaccese le luci e Milcho Manchevski è entrato trionfalmente in sala tra gli applausi generali.
Al di là del coup de théâtre della sua apparizione, il regista si è dimostrato essere una persona alla mano e poco incline a compiacersi della sua notorietà. Si è rivolto per l'intero seminario con particolare attenzione agli studenti, dispensando consigli ed esortando loro a seguire le proprie inclinazioni. Prendendo spunto dalla clip tratta dal suo “Mothers” appena proiettata, Manchevski ha spiegato le proprie scelte artistiche inquadratura per inquadratura, sollecitando il dibattito nei passaggi che riteneva maggiormente controversi. Ha sottolineato con un piglio autoironico la propria ossessione per i particolari, evidenziando dettagli che potrebbero sfuggire all'occhio più allenato.
Ma la cura con la quale Manchevski si era preparato per intrattenere il pubblico non si è limitata a un filmato: il regista aveva preventivamente selezionato diverse clip tratte dai suoi lavori per poter sottoporre diverso materiale alla platea e scatenare così il dibattito più acceso sugli argomenti più variegati.
 

 

Dopo aver brevemente riassunto la propria scaletta personale con la quale di solito si approccia a un nuovo lavoro, Manchevski ha voluto coinvolgere il pubblico in maniera ancora più intensa. Ha fatto distribuire alcune pagine di una sceneggiatura tratta da una puntata della serie "The Wire", prodotto dalla HBO e da lui diretta, e ha selezionato un paio di studenti per provare a recitare la scena. Il regista ha innescato una discussione per stimolare i ragazzi a valutare dove avrebbero dovute essere piazzate le macchine da presa per rendere al meglio la situazione. Alla fine del dibattito, Manchevski ha proiettato la clip relativa al suddetto copione per mostrare come aveva risolto lui stesso la questione. Neanche a scommetterci, a fronte delle 3 telecamere ipotizzate dal pubblico il cineasta macedone ne aveva usato in maniera geniale solamente una.
L'incontro è proseguito con l'inedita proiezione di alcune brevi pubblicità progresso a sostegno del turismo in Macedonia a firma del regista, a dimostrazione – se mai ce ne fosse stato bisogno – che nemmeno le forme più commerciali sono riuscite nell'intento di imbrigliare o mortificare l'immaginazione di questo artista.
Il masterclass si è chiuso con una vera e propria raffica di domande da parte del pubblico, molte delle quali incentrate sulle scelte artistiche di Mothers, che molti dei presenti avevano apprezzato la sera precedente.
Le due ore abbondanti di seminario si sono così volatilizzate in men che non si dica, grazie soprattutto all'indiscusso estro di Manchevski e all'originalità dell'impostazione dell'incontro.

 

MILCHO MANCHEVSKI, regista macedone. Dopo alcuni video musicali e sperimentali, debutta nel lungometraggio con Prima della pioggia (1994), che incastra l’una nell’altra, mediante una struttura narrativa affascinante e originale, tre vicende – intitolate Parole, Volti e Immagini – che riannodano assieme le storie di diversi personaggi tra Londra e la Macedonia: il conflitto nei Balcani fa da sfondo alle tre sezioni. Il film si aggiudica il Leone d’oro a Venezia nel 1994. Dopo sette anni di silenzio, esce il secondo discusso film, Dust, una sorta di western ambientato tra gli Stati Uniti e la Macedonia.

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